Anno VII N. 29 Luglio - 2014

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Dentro L'Abbazia

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"Relazone dopo relazione, i momenti più significativi del convegno"

IL SUO TEMPO
La prima relazione è stata quella di Andrea Riccardi ordinario di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Roma 3, pronipote del Beato e fondatore della Comunità di S. Egidio. Il titolo della relazione era “D. Placido Riccardi e il suo tempo”. Il relatore ha tracciato un quadro dettagliato della società di Trevi nell’Umbria - patria del Beato - intorno alla metà dell’Ottocento, rilevando la fedeltà della popolazione al papa e alla dottrina cattolica e la tendenza a rifiutare il moderno mondo secolarizzato. Questo rifiuto presso alcuni membri del clero e dell’episcopato si manifestava in una spiritualità di rinuncia al mondo e di totale condanna della modernità. A questa corrente apparteneva il direttore spirituale del Beato, D. Ludovico Pieri. Effettivamente la spiritualità del Beato sarà improntata ad un profondo distacco dal mondo. Ciò però non si risolverà, come nel caso di molti cattolici antimoderni, in un impegno di opposizione culturale, politica o sociale, ma, in un primo tempo, in una vita ascetica e mistica del tutto aliena dalle conflittualità del momento storico, e, in un secondo tempo, in una dedizione umile e incondizionata al servizio dei poveri contadini della Sabina. Questo secondo aspetto era stato in parte trascurato dal suo discepolo e primo biografo Ildefonso Schuster. Il Riccardi ha potuto invece rimetterlo in piena luce con il sussidio di documenti assai eloquenti tratti dai processi per la beatificazione.
LA CONGREGAZIONE CASSINESE
La seconda relazione, di D. Mariano Dell’Omo, docente di storia monastica presso il Pontificio Ateneo di S. Anselmo in Roma, ha avuto per titolo “La Congregazione Cassinese negli anni del B. Placido Riccardi tra soppressioni, restaurazioni e nuove fondazioni (1844-1915)”.
Il relatore ha disegnato un vasto quadro della situazione della Congregazione Cassinese in un periodo particolarmente travagliato, che vide l’estendersi delle leggi eversive di soppressione degli enti ecclesiastici - e quindi anche dei monasteri - dal Piemonte all’Italia unificata e i tentativi di riorganizzazione e di riforma del monachesimo in Italia e all’estero.
Diversi rilievi interessanti hanno permesso di inquadrare l’esperienza del Beato e la sua coraggiosa scelta di una forma di vita nel momento in cui essa veniva sottoposta alla più dura prova.
Particolarmente interessante è stato il parallelo tra il Beato e il riformatore abate Casaretto, ambedue alla ricerca delle sorgenti della vita cristiana e religiosa, il primo nella sua altissima esperienza spirituale, l’altro nell’anelito a ripristinare l’antica ascesi nella vita comunitaria.
FARFA E LA CRISI DI UN'IDENTITA'
L’intervento del commissario straordinario dell’Apt di Rieti Tersilio Leggio - “La Sabina farfense nell’età contemporanea: crisi di una identità” - è servito a completare, con dati storici e sociologici, quanto puntualizzato da Andrea Riccardi.
Infatti, Leggio, dopo aver osservato che gli studi sul periodo storico considerato, per quanto riguarda la Sabina, sono ancora assai insufficienti, ha ricostruito una situazione sociale segnata dalla riduzione di Farfa - già centro amministrativo di un vasto territorio - a semplice frazione del comune di Fara Sabina, al tempo della restaurazione, e dalla successiva espropriazione di tutti i beni dell’Abbazia e dalla vendita della maggior parte di essi all’alta borghesia di varia estrazione, ma che si può definire “locale” per la localizzazione dei propri interessi.
L’effetto di tutta questa trasformazione fu il grave impoverimento della popolazione contadina, che godeva di una situazione molto migliore sotto l’amministrazione dell’Abbazia.
Ciò spiega la sollecitudine di D. Placido per i poveri agricoltori e viene così a confermare i risultati della ricerca del Riccardi.
IL CULTO E LA DEVOZIONE
Tommaso Caliò - ricercatore presso l’Università degli studi di Roma Tre - ha svolto la sua relazione su “Il Beato Placido: culto e devozione”. Il relatore ha trattato il periodo anteriore alla beatificazione, sottolineando il ruolo del Beato Ildefonso Schuster nella diffusione del culto di D. Placido e nella promozione della causa per la sua beatificazione.
LA SUA VITA E IL LIBRO
Ha preso infine la parola D. Anselmo Lipari, autore del volume sul Beato, il quale ha illustrato l’ordine e lo svolgimento della trattazione dell’argomento e ha concluso richiamando la calda esortazione finale del libro a mettersi in discussione in presenza della testimonianza discreta ma inquietante del Beato.

Autore: D.Massimo Lapponi

05/02/2009