Anno VII N. 29 Luglio - 2014

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"Simposio sul beato placido, dove affonda le radici il centro di studi farfensi"

Tra storia, spiritualità, cultura e progetti di sviluppo.
Il simposio sul Beato Placido Riccardi non è stato un semplice convegno sulla figura di un monaco tanto caro alla comunità sabina. Piuttosto ha rappresentato un’occasione di studio di alto livello, che ha offerto lo spunto per l’istituzione di un centro di studi farfensi. Un centro che abbia sede in abbazia, nel quale la storia di Farfa e la sua identità possano essere studiate, custodite e valorizzate. Non solo dai monaci e dai residenti, ma soprattutto da ricercatori, meglio se giovani. E con il sostegno delle istituzioni, naturalmente. E’ stato il priore conventuale della comunità, dom Eugenio Gargiulo, ad esprimere la necessità di un centro studi da situare in pianta stabile all’interno dell’Abbazia che, in qualche modo, potesse essere inaugurato proprio in occasione del convegno sulla figura del Beato Riccardi. “ Il Simposio, primo in assoluto interamente a Lui dedicato, ci ha permesso di rivisitare la figura dell’Uomo, del Monaco, del Sacerdote Riccardi, inquadrato nel suo tempo, ma anche proiettato nel nostro tempo, in quanto profeta di Dio, come ha ben sottolineato l’autore della nuova biografia (Don Anselmo Lipari, ndr) Gli illustri relatori, che si sono succeduti in quella giornata, si sono soffermati innanzitutto sul periodo storico in cui il Beato è vissuto (1844-1915): il che significa aggiungere un altro capitolo agli studi farfensi. Dopo la monumentale storia de “L’imperiale Abbazia di Farfa” dello Schuster, da lui pubblicata nel 1921 e ristampata nel 2004 dalla Fondazione Varrone di Rieti; dopo il convegno organizzato nel 2003 dalla Scuola di memoria storica del Piceno, i cui Atti sono stati pubblicati nel 2006 a cura di Rolando Dondarini; la nostra comunità monastica, stimolata in questo anche dall’amico Tersilio Leggio, studioso appassionato della Farfa di ieri e di oggi, sente che è giunto il momento di costituire in questa Abbazia un Centro di studi farfensi, per una valorizzazione sempre più efficace di quanto è stato finora scritto e studiato e per la riscoperta di quanto c’è ancora da conoscere sulla nostra storia. Una storia – ha aggiunto il priore - di personaggi potenti e di persone umili, una storia di persone colte e di persone semplici, una storia di eventi grandiosi e di avvenimenti quotidiani”. Il bisogno di “ricostruire la grande identità di Farfa scalfita nel corso degli anni anche dalla perdita di molte testimonianze scritte che ne potevano raccontare la grandezza” è stato palesato anche da Tersilio Leggio, commissario straordinario dell’Apt di Rieti, che nel suo intervento ha ripercorso la storia della Sabina farfense nell’età contemporanea e ha messo in luce la “crisi dell’identità di Farfa”. L’idea del centro studi ha trovato, così, ampi consensi tra i rappresentanti delle istituzioni presenti in sala. Tanto il consigliere regionale Mario Perilli quanto l’assessore all’Urbanistica Gaetano Desideri, intervenuto a nome del comune di Fara Sabina, hanno visto di buon grado la possibilità di creare a Farfa un punto di ricerca che possa coinvolgere giovani studiosi e laureandi. Ma cosa significa aprire un centro studi in abbazia? “Significa – ha spiegato il priore Dom Eguenio Gargiulo – costituire un gruppo di studiosi che si impegnino a valorizzare la storia di Farfa: raccogliendo testimonianze scritte esistenti, ma anche effettuando un lavoro di ricerca che possa dare risultati inediti. La sfida sarà quella di coinvolgere in questo progetto gli studenti universitari, magari istituendo delle borse di studio. Il primo obiettivo è la creazione di un bibliografia farfense puntuale e consultabile, attraverso la catalogazione di tutti i testi che trattano la storia di Farfa”. La stessa storia rivissuta in una giornata di riflessione e studio sulla figura del Beato Placido Riccardi, che ha riunito moltissime personalità. Accanto alle autorità ecclesiastiche, fra tutte il vescovo della Diocesi di Sabina, Lino Fumagalli, sono intervenuti molti docenti, alcuni profondamente legati alla figura del Beato. Andrea Riccardi, ordinario di storia contemporanea all’università Roma Tre e fondatore della Comunità di Sant’Egidio a Roma, ad esempio, è uno dei discendenti del monaco e anche per questo è riuscito ad offrirne un ritratto storico, lucido, ma familiare.

Autore: Raffaella Di Claudio

05/02/2009