Anno VII N. 29 Luglio - 2014

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La voce dell'organo

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QUANDO SUONARE SIGNIFICA AVERE I PIEDI PER TERRA

Continuando il nostro viaggio nella storia dell’organo, scopriamo come dopo il Rinascimento iniziò una vera e propria competizione europea nell’ideazione e nella costruzione di organi meccanici.
In primo luogo questa ricerca di perfezione nata come esigenza di avere ulteriori combinazioni sonore e quindi un impatto acustico solenne, si rileva nell’introduzione della pedaliera, un supportoaggiunto verso la fine del ‘500 rintracciabile ancora in alcuni strumenti antichi.
Qualche tempo fa abbiamo scritto “suonare con le mani e con i piedi….” : non poteva sembrare né mai fu considerato un capriccio di qualche organista l’idea di considerare lo strumento musicale
come una sorta di “palestra”. Le esigenze che portarono all’implementazione con questo nuovo dispositivo erano ben altre:
con lo sviluppo del canto polifonico, l’organo era chiamato ad accompagnare con un basso continuo, quindi con note lunghe e gravi, melodie spesso molto complesse che necessitavano di un vero e proprio sostegno melodico.
Ovviamente le prime pedaliere coprivano quasi un’ottava, mentre nel tempo aumentarono fino a coprirne più di due: il virtuosismo richiesto non riguardava più solo le mani ma anche i piedi… Lo stesso Johann Sebastian Bach suonò durante i primi suoi esordi un clavicordo con una piccola pedaliera. Fu proprio in Germania infatti che si sviluppò l’introduzione della pedaliera con maggiore spazio tra i pedali, soprattutto per i brani che Bach si dilettò a scrivere dove la pedaliera svolge un ruolo determinante nell’alternanza di fughe e canoni. Se la Germania fu la prima ad introdurre la pedaliera “lunga” in Italia si attese circa un secolo dopo. Del resto, come pensare ora, nel tempo di Natale, di poter suonare le pastorali senza l’ausilio della pedaliera?

Autore: Roberta Duranti

13/03/2011