Anno VII N. 29 Luglio - 2014

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Lungo la Via

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Dallo Sri Lanka...con Amore

UNA CARTOLINA SPECIALE CHE INAUGURA LA MISSIONE DELL’ABBAZIA DI FARFA IN ASIA

Dallo Sri Lanka...con Amore

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Quando la voglia di fare del bene agli altri prende il sopravvento, anche le distanze che sembrano
incolmabili si accorciano. E la comunità religiosa di un piccolo
borgo italiano, qual è quello di Farfa, diventa “dirimpettaia” di
un’altra che ha sede nello Sri Lanka, un’isola asiatica a sud est dell’estremità meridionale della penisola indiana. Da due visite compiute nel mese di ottobre (3 giorni) e nel mese di novembre (10) dal priore dell’Abbazia farfense,
dom Eugenio Gargiulo, nella periferia di Colombo, capitale dello Sri Lanka, è nata l’idea di creare una fondazione monastica benedettina maschile.
Lì da anni opera una comunità cristiana di suore di Maria Immacolata (di ispirazione benedettina) e lo scopo del viaggio del priore è aiutare l’opera che sta svolgendo la comunità femminile, mettendo a servizio impegno e spiritualità nello sviluppo di un paese uscito un anno fa dalla guerra civile. Uno sviluppo che riparte dai bambini rimasti senza mamma e papà, accolti nell’orfanatrofio delle suore di Maria Immacolata.
Più di cento che rappresentano una parte, sebbene piccola, dello
Sri Lanka di domani. Immersi in una natura rigogliosa,
tra i campi di risaie, spiccano gli occhi dei bambini ell’dell’orfanatrofio, i colori sgargianti delle loro semplici maglie, il sorriso, la voglia di dare e ricevere affetto, di stare insieme, in comunità.
E quell’inchino a mani giunte fatto in segno di saluto colma persino la fatica di aver sostenuto circa 14 ore di volo, due o tre scali aerei, il caldo afoso e la stanchezza.
“Davanti a quell’estrema semplicità, a quell’educata voglia di comunicare, a quella povertà, tutto scompare - ha raccontato il priore farfense che ha soggiornato presso la comunità per circa 10 giorni. Lo Sri Lanka è un’isola dove la maggior parte delle persone sono di religione buddhista, con minoranze cristiane, induiste e musulmane.
E, nonostante la differenza di religione – ha spiegato il padre,
ogni persona mostra una speciale attitudine alla meditazione, frutto di una cultura che le spinge a sviluppare la preghiera e la contemplazione anche per molte ore.
Due sono le etnie che, ora, finalmente, convivono pacificamente (tamil e singalesi) cui corrispondono lingua
e scrittura”. E mentre Colombo, la capitale, sta pian piano acquisendo un aspetto sempre più occidentale, grazie ai
grattacieli e ai palazzi che si aprono per le vie del centro, fuori la dimensione è molto più raccolta.
Completamente attorniate da piante di ogni genere, che olpiscono per i colori e la freschezza, si aprono piccole case in legno e mattoni, dove vivono le famiglie del luogo. In ogni paesino della periferia poi ci sono chiese, qualche negozietto minuscolo e la scuola. Molti parlano già l’italiano, altri inglese e portoghese. Tanti sono i bambini che hanno perso i genitori durante la guerra civile che si è conclusa lo scorso anno. “Due di loro, un maschio di 10 anni e una femmina di quattro – ha raccontato dom Eugenio Gargiulo –, ospitati dalla suore di Maria
Immacolata, ricordano di aver visto l’ultima volta il loro papà vestito da militare, e si presume che sia morto in guerra. La loro mamma un giorno li ha lasciati in un negozio, chiedendo al commerciante di tenerli per qualche ora, ma poi non si è più vista”. La loro storia è comune a quella di molti altri bambini che hanno ricominciato a vivere, a frequentare la scuola, grazie all’impegno delle suore che hanno ridato loro una casa e una famiglia. “Forse – ha continuato il padre priore – perché in grado di inserirsi nella povertà e nei bisogni della gente,
questa comunità è in forte crescita e conta tantissime giovani che hanno deciso di seguire l’esempio delle suore”. Da qui nasce la volontà di allargare la comunità monastica,
con una fondazione benedettina che sia una vera e propria costola dell’Abbazia di Farfa.
I passi burocratici da compiere partiranno dall’approvazione del
vescovo del luogo fino a giungere alla congregazione cassinese, di cui fanno parte i monaci benedettini di Farfa, che dovrà dare il placet sul progetto che è già iniziato con un cammino di formazione di alcuni giovani sia italiani sia dello
Sri Lanka che si sono detti interessati. I prossimi appuntamenti sono previsti per il nuovo anno. Tra gennaio e febbraio arriveranno a Farfa due giovani che, dopo aver conosciuto il priore, per un mese familiarizzeranno con la vita monastica farfense e successivamente il priore ed alcuni membri della comunità torneranno nell’isola dell’oceano indiano per concretizzare la nascita della fondazione.
Dunque, quest’anno, sotto l’albero di Natale di Farfa ci sarà un pacco speciale. All’interno il priore, testimone diretto di un mondo così lontano, ha messo il ricordo dei bambini che di
ritorno da scuola facevano la corsa per portargli un saluto, la loro voglia del domani, la loro povertà tangibile, e, soprattutto, la loro enorme serenità. La stessa che da noi, qui dove non
manca niente, non si trova più.

Autore: Raffaella di Claudio

13/03/2011