Anno VII N. 29 Luglio - 2014

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Lungo la Via

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diario di un... missionario

DON MASSIMO LAPPONI RACCONTA LA SUA ESPERIENZA MISSIONARIA IN SRI LANKA

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In questo numero:

Verso le elezioni
di re.fa.

5 febbraio 2011 Partito la sera di sabato, dopo circa 20 ore tra volo e attesa allo scalo di Doa, giungo a Colombo, capitale dello Sri Lanka, la sera di domenica del sei febbraio, con uno scarto orario di 4 ore e mezzo.

6 febbraio 2011 Ad attendermi c’è un clima tropicale, in cui non c’è traccia del freddo invernale d’Italia. C’è bisogno di indossare abiti estivi. La villetta, semplice e ancora non completata, nelle vicinanze di Colombo ospita tre giovani aspirati alla vita monastica. Con loro e con il padre Priore, che mi aspettava lì, condividiamo per un paio di giorni una vita monastica ancora embrionale. Non manca però il fervore spirituale e il desiderio di andare avanti sempre meglio. Due i principali sacrifici: il cibo per noi poco appetibile e le zanzare che non fanno dormire la notte.

7 febbraio 2011 Ci rechiamo, con un viaggio in macchina abbastanza lungo, presso il Vescovo di Kurunegala per fargli presente il nostro progetto di una fondazione monastica nella sua diocesi. Accoglienza molto cordiale e incoraggiante. Ora bisognerà formalizzare con una richiesta scritta di autorizzazione a procedere.

8 febbraio 2011 La mattina dopo per tempo il padre Priore riparte per l’Italia. Restato solo con i giovani, si incomincia ad organizzare l’ufficio divino in inglese con i testi inviati apposta dall’Inghilter ra dal monastero delle Benedettine di Tyburn. Alle giornate di residenza tranquilla si alternano viaggi organizzati dalle suore di Maria Immacolata e dai giovani per farmi conoscere il territorio e momenti di spiritualità e di convivialità con le stesse suore. La prima gita ci porta, abbastanza lontano su una località balneare a sud di Colombo, dove, da una barca con un vetro sul fondo, possiamo ammirare coralli e pesci colorati. Presso la spiaggia c’è anche un locale con cibi italiani, dove incontro per l’unica volta un compatriota: un giovane romagnolo che lavora nel ristorante. Un lungo viaggio con due dei tre giovani e con l’autista delle suore ci porta prima all’ “Orfanotrofio degli elefanti” - amplissimo parco naturale per l’allevamento degli elefanti rimasti orfani - dove mi decido ad acquistare la cosa più bella che ho visto nello Sri Lanka: il sari indossato dalle donne del posto. Ne acquisterò altri tre più tardi a Colombo, ordinatimi da altrettante dame italiane, informate dell’acquisto e del cambio molto favorevole. Si prosegue poi per le montagne, dove, a circa tremila metri, senza che faccia molto freddo, ma abbastanza per scoraggiare le zanzare. (Finalmente si dorme bene!). Il giorno dopo si torna a casa con un lungo giro per il paese, ricco di bellissima vegetazione, di piantagioni di tè, di scimmiette e di istrici portati al guinzaglio come cagnolini. Anche a Colombo ci sono belle esperienze, come la visita alla Basilica Mariana, le conferenze spirituali alle suore e alle loro orfanelle, la visita a un singolare santuario, dove la cappella del SS. Sacramento si trova su una grossa barca. Imparo anche qualche parola in singalese, ma soprattutto in tamil, perché vi sono alcune suore e postulanti di questa lingua. “Nàan unèey mara pedilley”,” Non ti dimenticherò”

20 marzo 2011 E’ il giorno prima della partenza, l’ultima e più entusiasmante avventura. Ci si alza la mattina alle ore 2 per essere in una località di mare più a nord prima della messa delle 9. Si tratta di una parrocchia quasi tutta di pescatori, dove si celebra la festa di San Sebastiano. Vengono i ragazzi e molte suore e lì troviamo il parroco e un altro sacerdote pronti per la messa all’aperto in lingua singalese. Le strade sono disagevoli e la terra è di colore rossastro. Bellissima la vegetazione. Cerco di imparare la pronuncia della formula della consacrazione, ma ci riesco molto male. Tantissima la folla. Dopo la messa mi mettono in mano una statuina del santo e i fedeli fanno a gara per appenderci corone di fiori. Poi si sale sulle barche e si fa una lunga processione in mare. Dopo la processione ci dividiamo in due gruppi e si sale su due barche per una gita sull’acqua. Si raggiunge una riva distante con alberi dal grosso fusto. Poi si torna, ma nel viaggio due aspiranti tamil cadono in acqua: una si limita a perdere gli occhiali, l’altra urta con la fronte sulla barca e perde molto sangue. Di corsa viene portata ad un ospedaletto vicino, mentre noi siamo ospiti di una casa di campagna un po’ lontana. Vita di campagna molto semplice, con una vasca invece dell’acqua corrente - un po’ come i nostri pozzi di un tempo - e tante immagini sacre. Perché la popolazione è molto religiosa, nelle sue varie confessioni - buddista, cattolica, protestante, mussulmana, induista - che convivono pacificamente. Al ritorno portiamo l’aspirante infortunata in un ospedale più grande, dove si aspetta molto per le medicazioni, e poi si riparte per Colombo, dove arriviamo molto tardi.

21 marzo 2011 E’ l’ultimo giorno: la sera si riparte per l’Italia. Ancora circa 20 ore di viaggio e il 22 pomeriggio arrivo a Fiumicino, sano e salvo, ma con un po’ di nostalgia.

Autore: D. Massimo Lapponi

21/04/2011