Anno VII N. 29 Luglio - 2014

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La finestra sul cortile

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A LEZIONE DI AMORE E SOLIDARIETA’: STORIA DI VITO, MARISA E BEATRICE

Entro in punta di piedi nel mondo dell’adozione e racconto un fatto a lieto fine, per tutte quelle coppie che desiderano diventare genitori.
E’ la storia di Marisa e Vito, una coppia che vive a Coltodino, come tante altre che desiderava fortemente un figlio e che, dopo tante cure terapeutiche e senza alcun risultato intraprese la via dell’adozione.
La prima tappa è stata di rivolgersi al tribunale di Roma, per fare la richiesta di adozione nazionale, poiché per l’internazionale i costi sono molto alti. In quanto il soggiorno e tutte le spese per un mese, sono a carico della coppia.
Nel questionario, tra i tanti quesiti, chiedevano se ci fosse qualche preferenza sul colore della pelle e loro risposero che non aveva alcuna importanza. Il tribunale inoltre, richiede l’idoneità della coppia e in questo caso l’autorizzazione è di competenza della Asl, la quale con una equipe composta da uno psicologo e un assistente sociale valuta le condizioni economiche della coppia, e i vari rapporti con la famiglia.
I colloqui durano circa 8 mesi, dopodiché l’Asl decide sull’idoneità nel frattempo, la domanda era scaduta, poiché erano trascorsi già due anni. E quindi Marisa e Vito fecero la domanda per la seconda volta. Nell’attesa, gli assistenti sociali proposero alla coppia, l’affido di un bambino, loro accettarono subito, e per un certo periodo si presero cura di un ragazzino di 12 anni.
Bisogna però distinguere tra adozione e affido, poiché sono due cose diverse. Infatti, l’affido è un vero e proprio gesto di solidarietà nei confronti del bambino, perché la famiglia di origine esiste, e non porterà mai il cognome della famiglia affidataria, ed è solo per un periodo di tempo. Nel 2002, quando ormai si era persa la speranza, arriva una telefonata del giudice dei minori di Roma, che chiese loro se fossero ancora disponibili all’adozione, poiché a Roma c’era una bambina di colore di due mesi. Per la coppia è stata una vera sorpresa, si avviarono subito a Roma e andarono a trovarla.
Quando arrivarono, la bambina stava in una cameretta, in un cesto di vimini e l’emozione è stata così forte che non dimenticheranno mai quel momento.
Dopo tre giorni, è arrivata finalmente Beatrice, il suo sorriso ha riempito di gioia e calore la casa di Marisa e Vito.
Trascorso un anno hanno avuto l’adozione definitiva, dando così il proprio cognome alla bimba.
Poco prima di andare all’asilo, la bambina è stata preparata, rivelandole la verità, attraverso le favole, parlandole dell’adozione. Beatrice è il sorriso, l’allegria, ed è una bambina fortunata, perché ha due genitori che l’hanno desiderata ed attesa per tanto tempo. Il papà Vito ricorda una frase di un poeta indiano che dice: “i genitori sono l’arco e i figli sono le frecce”.

Autore: A cura di Angela Longobucco

10/12/2012