Anno VII N. 29 Luglio - 2014

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La finestra sul cortile

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Naufragio della Concordia: quando la natura si ribella agli inchini

La nave della Concordia, ripiegata sul proprio fianco, ci deve far riflettere e può avere tanti risvolti. Innanzitutto ci fa capire la fragilità della tecnologia, sia la sfida dell’uomo e la forza della natura che quando non ne può più si ribella per farci intendere chi è il più forte. E quella nave così mastodontica all’improvviso ci appare piccola piccola. Al momento del naufragio, sulla nave erano imbarcate circa 4200 persone tra passeggeri ed equipaggio. Essendo una nave da crociera possiamo ben immaginare la gioia di queste persone al momento della partenza. Tante storie, una diversa dalle altre, ma con un unico obiettivo: trascorrere una vacanza da sogno con allegria e spensieratezza. C’era chi festeggiava un compleanno, chi un viaggio di nozze, o chi festeggiava semplicemente la pensione, ma quella nave da sogno si è tramutata subito in una tragedia. Ora tutti puntano il dito contro il comandante Schettino per aver abbandonato la nave. La sua telefonata con il comandante di capitaneria di porto di Livorno De Falco ha fatto il giro del mondo, ed è stato veramente imbarazzante. Ci ha fatto capire l’uomo-Schettino, che quella notte non solo non aveva più la divisa da comandante, ma che si era spogliato soprattutto da tutte le sue responsabilità, poiché la paura ha prevalso su tutto. Da alcuni mesi con il nuovo governo tecnico, se pur con sovrattasse e con più sacrifici, almeno ci consolava il fatto di aver ripulito la nostra immagine nel mondo, visto che ormai eravamo diventati lo zimbello di tutti, con l’Italia rappresentata dalle innumerevoli “Ruby” di turno, e si parlava solo di questo mentre i veri problemi erano ben altri. Ora, con un solo colpo, Schettino ci ha rimandato tutti a picco con la sua nave, perché nella storia del mare c’è una regola che non si discute: il comandante deve essere l’ultimo a salire sulla scialuppa di salvataggio. Ci sono stati casi in cui i comandanti, che non sono riusciti a salvare la loro nave, hanno preferito non salvare neanche se stessi. Purtroppo sono tempi in cui le regole non le rispetta più nessuno.
Ma questa … è un’altra storia.

Autore: A cura di Angela Longobucco

18/06/2012