Anno VII N. 29 Luglio - 2014

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lettere dallo sri lanka

un anno di missione tra la Regola benedettina e la cultura locale

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Dopo diversi periodi di residenza in Sri Lanka nel corso del 2011, finalmente il 1 febbraio del 2012 il P. Priore D. Eugenio Gargiulo mi ha accompagnato nel paese asiatico con l’incarico di rimanere lì un anno intero per guidare i giovani postulanti nel loro cammino di formazione monastica. Il P. Priore stesso si è trattenuto per qualche giorno, in modo da presenziare alcuni eventi importanti della nostra fondazione. Il 2 febbraio, Festa della Presentazione di Gesù al Tempio, è stato firmato l’atto con il quale il Vescovo di Kurunegala, Mons. Harold Anthony Perera, affidava alla nostra comunità la chiesa di S. Teresa di Gesù Bambino, con annesso terreno, in località Ilukhena, allo scopo di costruirvi un monastero benedettino, dipendente dall’Abbazia di Farfa, intitolato al Beato Placido Riccardi. Il 10 febbraio, Festa di Santa Scolastica, incominciavano i lavori per il risanamento dei locali retrostanti alla medesima chiesa, destinati ad essere prima abitazione della comunità. Il 14 febbraio, Festa del Santi Cirillo e Metodio, monaci missionari e compatroni d’Europa, i due postulanti Isuru e Jude, vestivano l’abito monastico bianco-grigiastro, opportunamente confezionato per la nostra fondazione, in armonia con le esigenze climatiche del posto. Un abito dello stesso modello, stoffa e colore sarebbe stato indossato anche dal P. Priore e da me nel tempo della nostra residenza in Sri Lanka. La cerimonia della vestizione si svolgeva nella cappella della Suore di Maria Immacolata, nella loro Casa Madre, in località Tewatte, presso la Basilica mariana nazionale, alla periferia della capitale Colombo. Subito dopo ci trasferivamo in una casa a due piani, ancora non del tutto ultimata, dataci in prestito da una famiglia amica delle suore, in località Ganemulla, anch’essa nella periferia di Colombo. Poco dopo la vestizione, il P. Priore ritornava in Italia e la nostra piccola comunità, composta da me, che svolgevo le funzioni di superiore locale, e dai postulanti Isuru e Jude, restava a Ganemulla fino al 15 marzo, data del nostro trasferimento in una casa a tre chilometri e mezzo dalla chiesa di Santa Teresa di Ilukhena, dataci in uso da una famiglia del posto. Questa casa - a cui abbiamo dato nome “Santa Scolastica” - si trova in piena campagna ed è piuttosto bella e spaziosa. Si è deciso perciò, con il permesso dei proprietari, di conservarla anche dopo il trasferimento ad Ilukhena. Detto trasferimento è avvenuto in data 20 luglio, dopo la conclusione dei lavori di risanamento dei locali retrostanti alla chiesa di Santa Teresa. La casa risultante da questi lavori ha quattro stanze, di cui una con bagno proprio, un bagno comune, una cucina e un ambiente di passaggio. Una porta la mette direttamente in comunicazione con la sagrestia. La chiesa, cui si accede dalla sagrestia, è abbastanza grande e, anche se abbisognerebbe di diversi restauri - nel tetto, nell’impianto elettrico etc. - nell’insieme è in buono stato e ha un aspetto devoto e accogliente, soprattutto dopo che le Suore di Maria Immacolata, insieme ai postulanti, l’hanno ripulita e sistemata. Le suore, infatti, sono state sempre presenti in occasione dei due traslochi, e hanno dato un contributo preziosissimo per i lavori di sistemazione, di pulizia e di tinteggiatura delle pareti. Mentre si svolgevano queste vicende “logistiche”, intanto la formazione dei postulanti andava avanti e ad essi si aggiungevano un primo e poi un secondo aspirante, ambedue di lingua e di razza tamil. Anche altri giovani si sono accostati, uno con l’intenzione di incominciare il cammino monastico - che poi per il momento ha sospeso - altri per brevi periodi di residenza, con l’intenzione di tornare definitivamente appena ultimata la scuola superiore. Tornato il P. Priore all’inizio di dicembre, il 10 dello stesso mese, con una cerimonia tenuta nella chiesa di Santa Teresa nel primo pomeriggio, Isuru e Jude hanno incominciato il noviziato canonico, aggiungendo al loro nome di battesimo i nomi monastici rispettivamente di Ildefonso e di Placido. I nostri novizi e gli altri giovani mostrano un impegno pronto e deciso nella vita di consacrazione e non hanno le ambiguità e le reticenze purtroppo tanto frequenti nella nostra gioventù. Ciò è conseguenza della profonda religiosità della popolazione, ancora non inquinata dalla diffusione dei modelli occidentali. Purtroppo però si vede chiaramente che questi modelli si stanno rapidamente diffondendo e dovrà essere precipuo scopo della nostra missione presentare alla gioventù e alla popolazione locale un modello diverso da quello più diffuso in occidente, il quale sappia offrire un alternativo ideale di miglioramento e di progresso, non solo spirituale, che non incanti con false promesse di benessere illimitato, ma abbia in sé garanzie molto più solide per una vita religiosa, familiare a sociale migliore. In preparazione a questa missione i nostri giovani si stanno formando attraverso lo studio e la pratica della Regola di San Benedetto, l’approfondimento della storia monastica, la meditazione della Parola di Dio, la conoscenza del canto gregoriano e delle tradizioni patristiche e teologiche della Chiesa. Ma la nostra missione intende valorizzare tutti gli elementi validi della cultura locale e offrire una convincente testimonianza di fede attraverso la pratica coerente della povertà, dell’umiltà e della carità evangelica.

Autore: Don Massimo Lapponi

02/04/2013