La finestra sul cortile

Undici febbraio 2013: come dimenticare quel fulmine che colpisce la Cupola di San Pietro nel giorno in cui Benedetto XVI annuncia le proprie dimissioni? Ebbene quel fulmine fu quasi un presagio, dopo appena un mese, il 13 marzo 2013, è stato eletto il nuovo pontefice: un latino americano di origini italiane. Dopo un temporale viene sempre il sereno.
Un gesuita piemontese, le sue prime parole: “Vengo dalla fine del mondo” e il nome scelto “Francesco” rispecchiano uno stile di vita votato alla povertà e alla semplicità. Il suo primo gesto davanti alla folla gremita in San Pietro è stato quello di chiedere di rimanere in silenzio per mezzo minuto. E le persone hanno obbedito, quasi avessero bisogno per una volta di non gridare, di non applaudire, ma di ascoltare ognuno la propria spiritualità. Da arcivescovo di Buenos Aires si spostava in metro, senza auto blu, ed ora da Papa ha mantenuto la croce di ferro, ha rifiutato il trono papale, e di conseguenza tut ti i simboli di potere. Insomma, il nuovo Papa è un gesuita che sicuramente, dopo lo scadalo Vatileacs, porterà la Chiesa ad un r innovamento. Calcisticamente parlando, lo definirei un numero 10: imprevedibile. Un fantasista pronto a dribblare con i suoi gesti una Chiesa mondana e rivolta al potere. Sicuramente Papa Francesco in tre mesi ha già fatto tanti goal, e il più importante è quello che è entrato nella porta del cuore di tut t i n o i . Proprio “un amore a prima vista”.

Autore: A cura di Angela Longobucco

11/09/2013