Anno VII N. 29 Luglio - 2014

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farfaè...l'inchiesta

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Il costo...del rifiuto

Smaltire i rifiuti, differenziare alcuni materiali, tagliare l’erba, buttare lavatrici che non funzionano più...Dietro la pratica quotidiana del gettare l’immondizia si nascondono una miriade di regole spesso non rispettate e altrettanti servizi da migliorare o addirittura da creare. La recente scoperta, da parte della Guardia di Finanza, di 10 discariche abusive (ora in via di bonifica) sul territorio di Fara Sabina pone le condizioni per una riflessione a 360 gradi sul pianeta rifiuti farense. In attesa di veder bussare alla propria porta gli operatori che, secondo l’assessore all’Ambiente, Gabriele Picchi, a partire dall’autunno effettueranno la raccolta differenziata porta a porta su tutto il comune, vediamo cosa accade oggi. L’igiene urbana a Fara Sabina è regolata da un contratto per la gestione dei rifiuti solidi urbani (rsu) stipulato nel 2005 dalla nostra amministrazione con l’ente AMA s.p.a. Leggendo il documento che scadrà a dicembre, il servizio costa 558.000 euro ogni anno. Vale a dire che moltiplicato per i tre anni di validità significa un milione 674mila euro e che, diviso per ogni singolo abitante del comune, fa circa 46mila euro a cittadino. Mica male no? A giudicare dal protocollo d’intesa, sulla carta, i rifiuti non sembrano rappresentare un problema. Scendendo in strada, però, la prospettiva cambia ed è facile vedere quello che non funziona. Carta, plastica e vetro, vengono coscienziosamente differenziati dai cittadini per confluire nella discarica di Viterbo, peraltro sull’orlo del collasso e dalla quale il presidente della Provincia di Rieti Fabio Melilli ha richiesto con successo l’affrancazione. In realtà il termine raccolta differenziata va ben oltre la separazione dei tre materiali: dovrebbe prevedere un sistema per smaltire i rifiuti domestici separandoli in appositi contenitori in base a determinati criteri (rifiuti organici e carta, vetro, plastica...) E sebbene il senso civico cominci a crescere e i 49 raccoglitori (le campane colorate che troviamo accanto ai classici cassonetti verdi, per intenderci) vengano sempre di più usati, l’assenza di un sistema funzionante di isole ecologiche rende inutile lo sforzo di dividere la carta dal resto dell’immondizia. Figurarsi a parlare di raccolta porta a porta. Il rispetto delle norme, però, non esime i cittadini dall’assumersi le proprie responsabilità. Partiamo da tutti i "pollice verde" del comune. Molti non sanno (quasi tutti non fanno) che per la raccolta delle erbacce estirpate e della falciatura del prato è attivo un servizio di smaltimento, con un furgone di raccolta: basta chiamare, perchè bruciarle non si può. I padroni dei cani sono, invece, pregati di far fare i bisogni nei luoghi prestabiliti. Che in molte zone, però, non sono presenti o coincidono con i parchi. Sono previste dal contratto delle isole ecologiche per i rifiuti ingombranti, come il ferro, eppure sul territorio ancora non se ne vedono: la prima sorta lungo la via Farense è stata chiusa, anche perchè i materiali depositati all’interno erano motivo di allergia per una bambina che vive nelle vicinanze. Ora un nuovo sito dovrebbe sorgere in località Arci, sul terreno di un privato, ma i tempi di ultimazione dei lavori non si conoscono. Difficilissimo, poi, trovare raccoglitori per batterie o medicinali scaduti, pure loro previsti dall’accordo Ama - Comune. Assolutamente vietato parcheggiare nelle zone indicate dai cartelli nei giorni di lavaggio delle strade e dei cassonetti: niente panico, non siete diventati ciechi, i cartelli non ci sono, o se ci sono di certo non si vedono. E’ sempre nello stesso contratto che vengono previste delle lezioni di educazione ambientale per i ragazzi: dopo una rapida verifica abbiamo scoperto che sono poche le scuole dove si fanno campagne di sensibilizzazione e, di norma, vengono fatte ai bambini ma sempre meno agli adolescenti, ai quali di sicuro non farebbero male. Ultimo cruccio, sul quale le opinioni si dividono, è la spazzatura delle aree che ospitano mercati e fiere: il costo della pulitura viene conteggiato a carico del comune, e quindi del contribuente e non, come qualcuno preferirebbe, a carico dei titolari dei banchi commerciali. Comunque, a vigilare sul rispetto del contratto c’è l’ufficio tecnico - manutentivo del Comune che può chiedere resoconti e inviare relazioni per segnalare le mancanze. Bene, cioè male, perché ci si accorge che la gestione in alcuni casi è carente. Piccoli esempi. In uno dei recenti report inviati all’Ama, l’Amministrazione di Fara, sollecitando soluzioni, riferisce della "mancanza o malfunzionamento di circa il 50% delle cordine per l’apertura a pedali dei cassonetti" e ritiene che alcuni di loro sono rotti e bisogna cambiarli. Il Comune stesso sottolinea come il servizio di disinfezione dei cassonetti "è più frequente durante il periodo estivo e quasi nullo durante l’inverno" e che "lo spazzamento con spazzatrice, che dovrebbe essere impiegata in tutte le frazioni non avviene così come dovrebbe". Questo fino al 21 aprile, giorno in cui il Comune ha incontrato Ama...

Autore: Raffaella Di Claudio e Morena Di Giulio

30/05/2008

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