Anno VII N. 29 Luglio - 2014

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La gestione dell'acquedotto secondo l'Istituto Cremonesi

Parla il presidente Dom Eugenio Gargiulo

Ora incomincian le dolenti note a farmisi sentire! Non so perché mi è venuta in mente questa citazione dantesca, dal momento che non si tratta di note infernali, ma semplicemente della "nota" n° 13627 del responsabile del settore economico-finanziario del Comune di Fara in Sabina. Eppure mi è venuta in mente nel leggere questa nota nella sede della Fondazione Cremonesi cui essa è stata indirizzata in data 02/07/07. Forse perché sembrerebbe che si interrompa un dialogo franco e costruttivo con l'Amministrazione Comunale, a danno dei borghigiani che, in ultima analisi, sono i destinatari del servizio idrico e che si vedrebbero addebitati tutti gli arretrati da pagare, qualora non venissero accolte le ragionevoli proposte della Fondazione per sanare il passato e per regolare subito in maniera giuridicamente valida i rapporti futuri. E' certo che l'Istituto Cremonesi non ha nessun obbligo di fornire l'acqua agli affittuari ed è pure certo che tale obbligo grava sulla pubblica amministrazione, che nella suddetta nota afferma ufficialmente che le bollette vanno interamente pagate dall'ente intestatario dal 2004 ad oggi, senza tener conto, tra l'altro, neppure delle spese di manutenzione sostenute e delle fontane pubbliche. Con l'avvertimento, a conclusione della nota, "che la morosità dà diritto [al Comune] a sospendere la fornitura dell'acqua". Fino ad ora sono pervenute le fatture relative al 2004 e al 2005 (per un totale di 86mila 829,50 euro), fatture civilmente contestate a tutela della Fondazione e, ripeto, degli stessi borghigiani. E sempre per tutelare gli interessi di tutti e perché nessuno abbia a soffrire a causa di provvedimenti onerosi - allora, sì, incomincerebbero le dolenti note! - la Fondazione si è vista costretta a ricorrere ad un legale, con la speranza di non dover poi percorrere la via giudiziaria. Confermo, infatti, la volontà mia e dell'intero Consiglio dell'Istituto Cremonesi di proseguire sulla via del dialogo pacifico per attuare la soluzione proposta in ben due riunioni congiunte, oltre che nei colloqui privati. E sono convinto che tale è anche la volontà del Sindaco e dei suoi collaboratori. Proprio per evitare le dolenti note! E così, finalmente, mi si è pure svelato il senso della citazione dantesca, che inconsciamente mi era venuta in mente durante la lettura della nota sopra citata.

Autore: Dom Eugenio Gargiulo - Presidente della Fondazione Cremonesi

28/12/2007

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