Anno VII N. 29 Luglio - 2014

home | news | eventi | archivio | contatti | cerca | link

farfaè...l'inchiesta

Stampa questo articolo stampa  Segnala questo articolo segnala

L'acquedotto, se il pubblico incontra il privato

Quando ebbe inizio la storia...

Le strade della Fondazione Cremonesi e dell’Amministrazione comunale di Fara Sabina, a proposito di acquedotti, si incrociano nel 2004, quando si rende necessaria l’immissione di acqua pubblica nell’impianto della Fondazione, con l’impegno dell’allora sindaco Tersilio Leggio di disciplinare il rapporto con la Fondazione e con gli utenti. Inizia così una collaborazione che attualmente pare incrinarsi. Almeno per quel che concerne le faccende idriche. Nel marzo 2005 i tecnici comunali guidati dal vicesindaco (che oggi è il primo cittadino, Vincenzo Mazzeo) e dall’assessore Alberto Amici incontrano l’allora presidente Catanesi con i tecnici del Cremonesi allo scopo di determinare la cessione dell’acquedotto al Comune, di stabilire il pagamento delle della quantità di acqua pubblica finora erogata, detratta quella privata, e di provvedere all’installazione dei contatori ai diretti destinatari del servizio idrico. Ma all’incontro non seguono azioni amministrative tanto da spingere la Fondazione a scrivere (il 27 ottobre 2005) per monitorare la realizzazione degli alloggi per i contatori avviata dai tecnici del Cremonesi (con tanto di sportellini in rame!). Mentre il responsabile del settore (allora l’ingegnere Massimiliano Giansanti) si limita a rispedire al mittente una missiva di perplessità (datata 15 novembre 2005). Passano i mesi – tra riparazioni e manutenzioni a carico del Cremonesi, visto che per il Comune l’impianto è di proprietà della Fondazione -, fino alla bolletta della discordia. Dodici agosto 2006: al Cremonesi arriva da pagare una bolletta di 38mila 280 euro per il periodo che va dal 2 agosto 2004 al 31 dicembre 2004. Dieci giorni dopo è contestazione. Quella della fattura da parte della Fondazione, ormai guidata dal presidente Gargiulo. Da gennaio, poi, inizia il valzer degli incontri: prima (il 16 gennaio 2007) tra il presidente il sindaco Vincenzo Mazzeo e l’assessore Eliseo Maggi per addivenire ad un accordo bonario e al pagamento scontato (delle spese di manutenzione e delle fontane pubbliche) e dilazionato da parte dell’Istituto; poi, a marzo (il 16) con le funzionarie Antonelli e Battisti e il vicesindaco Gabriele Picchi, con conseguente consegna dell’elenco degli utenti da fornire e comunicazione delle spese sostenute per la manutenzione. Fino alla seconda fattura della discordia (o della rottura?) giunta al Cremonesi il 19 maggio e pari a 48mila 549 euro da pagare per il periodo di fornitura che va dal primo gennaio 2005 al dicembre 2005.

Autore: (re.fa)

27/12/2007

torna in cima

Altri articoli in questa sezione:

La gestione dell'acquedotto secondo l'Istituto Cremonesi
di Dom Eugenio Gargiulo - Presidente della Fondazione Cremonesi

Quel pasticciaccio brutto dell'acquedotto di Farfa
di (re.fa)

Rete idrica: il punto di vista del Comune di Fara Sabina
di (re.fa)

torna in cima

ARTICOLI CORRELATI

Farfa èAnno I N. 5 Dicembre - 2007
Stop al commercio abusivo: gli ambulanti "fanno tappa" in consiglio
di Angela Sorbo (18/12/2007)